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L'ombelico di un mondo

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L'ombelico di un mondo
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  • Il triangolo della morte, parte 1
    Alla fine della Seconda guerra mondiale, l’Europa fu attraversata da un’ondata di violenze e omicidi illegali. L’intensità e le modalità variarono da paese a paese, ma ovunque lasciarono un segno profondo. In Italia si contarono circa 8.000 vittime, anche se una stima precisa è difficile da fare. Nelle prime settimane dopo la Liberazione regnava l’incertezza: il PCI non aveva ancora una linea chiara su come affrontare le tante esecuzioni sommarie che si moltiplicavano. Ma non furono solo i comunisti a farsi giustizia da soli: anche i socialisti e i partigiani di Giustizia e Libertà furono coinvolti in queste dinamiche. L’amnistia voluta dal ministro della Giustizia, Palmiro Togliatti, coprì molti reati politici commessi fino al 31 luglio 1945, e segnò un tentativo di pacificazione nazionale e di mettere fine alle vendette e agli episodi di violenza illegale. Tuttavia, il clima restò teso a lungo. Dopo l’attentato a Togliatti del 14 luglio 1948, iniziò una repressione sistematica contro chi aveva fatto parte della Resistenza: presero il via i grandi processi contro i partigiani e si aprì una lunga stagione di epurazioni nelle fabbriche e arresti dei militanti comunisti con un tentativo di mettere fuori legge il PCI. Quando si parla degli omicidi avvenuti in Italia dopo il 25 aprile 1945, si usa spesso – per convenzione – l’espressione “Triangolo della morte” o “Triangolo rosso” per indicare quanto accadde nelle province di Reggio Emilia, Modena e Bologna. Non perché tutto si sia limitato a quelle zone, ma perché è lì che si concentrarono i casi più controversi e meglio documentati. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    36:36
  • Il triangolo della morte, parte 2
    Alla fine della Seconda guerra mondiale, l’Europa fu attraversata da un’ondata di violenze e omicidi illegali. L’intensità e le modalità variarono da paese a paese, ma ovunque lasciarono un segno profondo. In Italia si contarono circa 8.000 vittime, anche se una stima precisa è difficile da fare. Nelle prime settimane dopo la Liberazione regnava l’incertezza: il PCI non aveva ancora una linea chiara su come affrontare le tante esecuzioni sommarie che si moltiplicavano. Ma non furono solo i comunisti a farsi giustizia da soli: anche i socialisti e i partigiani di Giustizia e Libertà furono coinvolti in queste dinamiche. L’amnistia voluta dal ministro della Giustizia, Palmiro Togliatti, coprì molti reati politici commessi fino al 31 luglio 1945, e segnò un tentativo di pacificazione nazionale e di mettere fine alle vendette e agli episodi di violenza illegale. Tuttavia, il clima restò teso a lungo. Dopo l’attentato a Togliatti del 14 luglio 1948, iniziò una repressione sistematica contro chi aveva fatto parte della Resistenza: presero il via i grandi processi contro i partigiani e si aprì una lunga stagione di epurazioni nelle fabbriche e arresti dei militanti comunisti con un tentativo di mettere fuori legge il PCI. Quando si parla degli omicidi avvenuti in Italia dopo il 25 aprile 1945, si usa spesso – per convenzione – l’espressione “Triangolo della morte” o “Triangolo rosso” per indicare quanto accadde nelle province di Reggio Emilia, Modena e Bologna. Non perché tutto si sia limitato a quelle zone, ma perché è lì che si concentrarono i casi più controversi e meglio documentati. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    46:29
  • La guerra fredda delle radio
    Per ventun anni, dal cuore della Praga socialista, una voce italiana attraversò le frontiere e l’etere.Si chiamava Oggi in Italia e trasmetteva ogni giorno notizie, musica, racconti, analisi e propaganda antidemocristiana. Parlava a milioni di ascoltatori, dal Piemonte alla Sicilia, ma ufficialmente non è mai esistita.Era la radio segreta del Partito Comunista Italiano, nata nel 1950 per controbattere le «menzogne di Radio Roma», cioè della Rai, e sfidare apertamente il monopolio radiotelevisivo pubblico.Dietro i microfoni, donne e uomini italiani — ex partigiani, militanti, latitanti politici — che raggiunsero la Cecoslovacchia sotto falso nome e vissero da esuli, per molto tempo impossibilitati a tornare in patria.Oggi, di questa radio fuorilegge, non resta quasi nulla: qualche frammento in libri poco noti, un romanzo di Giuseppe Fiori: “Uomini ex”, un documentario mai trasmesso, una serie radiofonica di Radio Tre del 1999, pochi articoli accademici.Radio Oggi in Italia è stata una voce rimossa dalla memoria collettiva, la sua storia merita di essere ascoltata di nuovo. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    57:58
  • Leonilde, la regina rossa
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    44:22
  • Fascisti dopo il fascismo - parte 1
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    59:00

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Acerca de L'ombelico di un mondo

Il mondo, la politica, gli anni '50: raccontati dal posto dove è passato tutto. Un podcast del Post, scritto e raccontato da Claudio Caprara
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