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  • Temù (Brescia) – 8 maggio 2021 – Prima parte
    L’8 maggio 2021 due sorelle di Temù, in provincia di Brescia, denunciarono la scomparsa della madre: era uscita per una passeggiata e dopo ore non era ancora rientrata in casa. La donna si chiamava Laura Ziliani, aveva 55 anni, le figlie Silvia, 27 anni, e Paola Zani, 19. Il corpo venne ritrovato tre mesi dopo, l’8 agosto, vicino a una pista ciclabile lungo il fiume Oglio. Era stata un’esondazione del fiume a disseppellirlo. Nei tre mesi tra la scomparsa della donna e il ritrovamento del corpo le indagini si erano concentrate sulle sorelle Zani e su un ragazzo che viveva con loro, Mirto Milani, 27 anni, fidanzato della sorella più grande, Silvia, ma che aveva una relazione anche con la più piccola, Paola. In quei tre mesi, Silvia e Paola Zani e Mirto Milani avevano messo in atto una serie di depistaggi grotteschi e incredibili.  Dopo aver ammesso di essere gli autori dell’omicidio dissero di essersi ispirati ad alcune serie televisive: I Borgia, Dexter, Breaking Bad. Fu incredibile, soprattutto per la Corte d’assise e poi per quella d’appello, il motivo con cui i tre imputati tentarono di giustificare l’omicidio. I consulenti che sottoposero i tre a perizia li giudicarono totalmente capaci di intendere e di volere. Secondo i giudici che emisero la sentenza il movente non era quello raccontato dai tre ma non era nemmeno economico, come si era pensato all’inizio. L’omicidio, secondo i giudici, era stato pianificato e portato a termine per cementare la coesione del trio «con un piano cervellotico a cui le serie TV avevano offerto una forte componente di imitazione e ispirazione». Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    48:05
  • Temù (Brescia) – 8 maggio 2021 – Seconda parte
    L’8 maggio 2021 due sorelle di Temù, in provincia di Brescia, denunciarono la scomparsa della madre: era uscita per una passeggiata e dopo ore non era ancora rientrata in casa. La donna si chiamava Laura Ziliani, aveva 55 anni, le figlie Silvia, 27 anni, e Paola Zani, 19. Il corpo venne ritrovato tre mesi dopo, l’8 agosto, vicino a una pista ciclabile lungo il fiume Oglio. Era stata un’esondazione del fiume a disseppellirlo. Nei tre mesi tra la scomparsa della donna e il ritrovamento del corpo le indagini si erano concentrate sulle sorelle Zani e su un ragazzo che viveva con loro, Mirto Milani, 27 anni, fidanzato della sorella più grande, Silvia, ma che aveva una relazione anche con la più piccola, Paola. In quei tre mesi, Silvia e Paola Zani e Mirto Milani avevano messo in atto una serie di depistaggi grotteschi e incredibili.  Dopo aver ammesso di essere gli autori dell’omicidio dissero di essersi ispirati ad alcune serie televisive: I Borgia, Dexter, Breaking Bad. Fu incredibile, soprattutto per la Corte d’assise e poi per quella d’appello, il motivo con cui i tre imputati tentarono di giustificare l’omicidio. I consulenti che sottoposero i tre a perizia li giudicarono totalmente capaci di intendere e di volere. Secondo i giudici che emisero la sentenza il movente non era quello raccontato dai tre ma non era nemmeno economico, come si era pensato all’inizio. L’omicidio, secondo i giudici, era stato pianificato e portato a termine per cementare la coesione del trio «con un piano cervellotico a cui le serie TV avevano offerto una forte componente di imitazione e ispirazione». Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    41:54
  • Fossò (Venezia) – 11 novembre 2023 – Prima parte
    Giulia Cecchettin, 22 anni, fu assassinata da Filippo Turetta l’11 novembre 2023. I due avevano avuto una relazione che la ragazza aveva poi deciso di chiudere. Da allora Turetta aveva esasperato comportamenti, già evidenziati prima, di controllo ossessivo, possessività e dipendenza, con costanti ricatti psicologici, minacce di suicidio, violenze verbali e in almeno un caso anche fisiche. L’omicidio, così ha stabilito la Corte d’assise di Venezia, fu premeditato e pianificato. Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione mentre sono stati esclusi il reato di atti persecutori e l’aggravante della crudeltà. È stato condannato anche per sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere. Ci sono state polemiche, dopo la sentenza, soprattutto per l’esclusione dell’aggravante della crudeltà. Ripercorrere le tappe del processo aiuta a capire perché i giudici sono arrivati a quella decisione, così come analizzare i comportamenti di Filippo Turetta prima dell’11 novembre 2023 identifica, se ancora ce ne fosse bisogno, lo schema di un fenomeno evidente. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    47:13
  • Fossò (Venezia) – 11 novembre 2023 – Seconda parte
    Giulia Cecchettin, 22 anni, fu assassinata da Filippo Turetta l’11 novembre 2023. I due avevano avuto una relazione che la ragazza aveva poi deciso di chiudere. Da allora Turetta aveva esasperato comportamenti, già evidenziati prima, di controllo ossessivo, possessività e dipendenza, con costanti ricatti psicologici, minacce di suicidio, violenze verbali e in almeno un caso anche fisiche. L’omicidio, così ha stabilito la Corte d’assise di Venezia, fu premeditato e pianificato. Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione mentre sono stati esclusi il reato di atti persecutori e l’aggravante della crudeltà. È stato condannato anche per sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere. Ci sono state polemiche, dopo la sentenza, soprattutto per l’esclusione dell’aggravante della crudeltà. Ripercorrere le tappe del processo aiuta a capire perché i giudici sono arrivati a quella decisione, così come analizzare i comportamenti di Filippo Turetta prima dell’11 novembre 2023 identifica, se ancora ce ne fosse bisogno, lo schema di un fenomeno evidente. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    54:42
  • Ostia, 2 novembre 1975
    Pier Paolo Pasolini venne ucciso 50 anni fa, nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975. Nelle stesse ore la polizia fermò un minorenne che guidava contromano una macchina rubata. Il ragazzo, Giuseppe Pelosi, confessò di aver ucciso lo scrittore per difendersi da un suo approccio sessuale violento. Venne processato e condannato; scontò la pena. In apparenza, non c’era più nulla su cui indagare. In realtà, come spiega Stefano Nazzi nella nuova puntata di Altre Indagini, nella confessione c’erano cose che non quadravano. La scena del crimine raccontava una storia più complessa. E le informazioni date negli anni successivi da diverse persone, tra cui Pelosi stesso, portavano in un’altra direzione. Quando fu ucciso, a 53 anni, Pier Paolo Pasolini era uno degli intellettuali italiani più noti e discussi. Nel corso della sua vita era stato processato 33 volte e altrettante volte assolto. Era amico di scrittori e poeti importanti, partecipava a programmi televisivi, ma frequentava anche la marginalità più povera e periferica, alla ricerca di una purezza che la società borghese dei consumi aveva, secondo lui, compromesso. Forse, la chiave per il movente del delitto si trova in alcune delle sue ultime opere come regista e scrittore. Altre Indagini è il podcast di Stefano Nazzi che ogni due mesi racconta una delle grandi vicende della storia italiana, con gli stessi approcci e rigori applicati alla cronaca nera in Indagini. Le storie di Altre Indagini sono disponibili sul sito e sull’app del Post per le persone abbonate: un modo per ringraziarle per la loro partecipazione al progetto del Post, che fa sì che il Post possa continuare a fare il suo giornalismo in modo gratuito per tutte e tutti. Se vuoi ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    12:08

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Tutto quello che è successo dopo alcuni dei più noti casi di cronaca nera italiana. Una storia ogni mese, il primo del mese. Un podcast del Post, scritto e raccontato da Stefano Nazzi.
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